Baikal, il lago turchese che sprizza magia

Situato nel sud della Siberia, Baikal è il lago più grande del mondo e risale a 25 milioni di anni fa, molto prima che la storia umana ebbe inizio. Ogni anno il lago attira gente da tutto il mondo, incuriosita dalla sua strepitosa bellezza e dalle sue tradizioni spirituali uniche. E, per i ricercatori e gli scienziati, Baikal rappresenta una immensurabile fonte di scoperte scientifiche che possono contribuire a svelare i misteri dell’Universo.

Per gli abitanti del posto, esiste invece uno Spirito del Lago, che viene onorato di continuo con cerimonie ed offerte. Questa è un’antica regione in cui Scienza e Natura s’intrecciano, per la potenza soprannaturale che sembra emergere da quei luoghi: Baikal è uno dei luoghi più misteriosi al mondo.

Il suo colore, come nel caso del Lago Hillier, è dovuto alla presenza di un organismo marino, ma mentre per quest’ultimo si parla di alghe, le dolci profondità di Baikal sono invece abitate da crostacei luminescenti che, con il riflesso della luce, danno all’acqua questo color turchese intenso. D’inverno la superficie del lago si congela, dando forma ad un enorme strato di ghiaccio che risalta ancor di più il suo color turchese, fornendo dei giochi di luce incomparabili, come se si trattasse di vera magia.

Le religioni che si praticano intorno alle rive di questo immenso lago (supera i 32.000 km di superficie) sono diverse, dal buddismo allo sciamanesimo fino ad arrivare ai cristiani ortodossi. Tuttavia le leggende uniscono queste religioni, come ad esempio quella dei due Spiriti maligni, Doshkin Nojon e Burkhan, che nel corso delle tempeste si impadroniscono delle anime dei pescatori, ed è per questo che vengono appesi agli arbusti dei boschi adiacenti al lago, dei nastri colorati (in prevalenza blu e verde) in segno di buona fortuna.

A nordovest esiste anche la Roccia dello Sciamano (Capo Burchan), un luogo sacro non soltanto per gli sciamani ma anche per i buddisti che ivi hanno eretto i loro monasteri (monaci provenienti dalla Mongolia), in quanto si credeva che nella grotta al suo limitare vivesse una divinità, lo Spirito del Lago appunto. In questo luogo avvenivano i sacrifici e nella grotta poteva accedere solo lo sciamano, un luogo contrassegnato da un disegno misterioso, con annessa una altrettanto misteriosa scritta non ben identificata (sembra che sia in sanscrito). Queste pratiche continuano tuttora, gli sciamani accendono piccoli falò e vi versano sopra del latte, come sacrificio, in frequenti rituali e pregano per la salute, il bel tempo, la prosperità e la fortuna.

Le coste del lago sono fonte di pace e calma per gli animali marini, come le foche che prolificano abbondantemente, giungendo a pesare perfino 130 kg, un habitat naturale che può essere disturbato soltanto dall’uomo. Il lago ha un carattere molto forte e rigido, impetuoso, infatti all’uomo che cerca di solcarlo per studiarlo non riserva particolare favore, probabilmente perché non vuol essere penetrato, violato, vuole continuare a nascondere i suoi segreti, far dimorare il suo Spirito indisturbato.

Infatti, quando qualche ricercatore si affaccia su quelle coste con la sua attrezzatura, è necessario un intervento divino, evocato da cerimonie e rituali degli sciamani, i buddisti che si raccolgono in preghiere nei loro templi per ottenere la benevolenza degli Spiriti e degli Dèi, e quindi limitare le furiose manifestazioni ambientali, tempeste ed acquazzoni. La furia dello Spirito del Lago.

★ Testi originali di Video&Magie ©, data 8 dicembre 2015

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